Fiorella in HotBlack Robotics
Pubblicato ilCiao a tutti! Questo articolo vi descriverà, dal mio punto di vista, come ho vissuto la mia esperienza in HotBlack Robotics.
Siete pronti? Cominciamo da dove tutto è iniziato.
Sembrerà triste, ma ho scoperto HBR per caso: ho ricevuto i riferimenti per una proposta di tesi da parte della Professoressa che mi ha fatto da relatrice; in realtà avevo già visto in azione Ludovico, un anno prima, in occasione del suo intervento a proposito di ROS durante il corso di Robotica: fin dall’inizio questo ragazzo mi ha fatto paura ma in senso positivo ovviamente…un mostro di bravura! Dopo aver visionato la proposta di tesi molto interessante, nonostante io non avessi tutte le conoscenze richieste, ho finalmente incontrato i ragazzi di HotBlack Robotics per una chiacchierata di rito. Subito mi chiedono su cosa mi piacerebbe lavorare. “Non ne ho idea!”, penso, ovviamente. Seppur il mio sguardo vagasse nel vuoto in cerca di una risposta cool, Ludovico e Gabriele mi hanno subito proposto il lavoro che serviva venisse sviluppato dicendomi di non preoccuparmi se ancora non avessi idea di che fare. Gabri e le sue mega riflessioni di natura socio-economica, divulgativa e innovativa, devo dire, hanno dato subito grande carica. E fu così che ha avuto inizio la mia avventura in HBR: otto mesi circa, dove ho imparato tantissimo in poco tempo (poco per me, per lo meno…). Tool, come ROS o Docker, che sembravano troppo difficili da usare, mi hanno fatto impazzire, ma alla fine sono riuscita ad addomesticarli, sia grazie allo spronare e alle indicazioni di Ludo ma anche grazie allo sbatterci la testa. Gabri e Ludo sono sempre in giro, sempre interessati a cose nuove ( un po’ li invidio, un sacco di entusiasmo!) e ti fanno capire qual è la realtà di una piccola azienda che cerca di crescere, con le varie problematiche e le soddisfazioni. Cercano di coinvolgere chi lavora con loro nelle attività che fanno, e sanno spezzare la serietà del lavoro con momenti di pausa che sono assolutamente necessari.
Spesso ho lavorato da casa e, anche in quel caso, ho avuto la possibilità di contattarli nel momento del bisogno. Chiedono molto ma, quando riescono ad incastrare tra i vari impegni un ritaglio per le spiegazioni o i dubbi, hanno anche dato molto. Ludovico è il più tecnico e qualche volta devo dire, mi ha spiazzata la sua capacità di sapere tutto (assolutamente tutto, ragazzi!). Qualcuno gli spieghi, però, che il tempo richiesto in media per capire una cosa nuova, non è nel range dei millisecondi! Gabriele è il frontman dell’azienda, sempre dinamico, iperattivo e trendy ma a volte cerca di fare pressing sul lavoro da svolgere e le scadenze, aggiungendo l’ansia al tutto. Loro sono lo Yin e lo Yang di HBR: senza uno, all’altro mancherebbe qualche caratteristica, ve l’assicuro!
Nonostante momenti pesanti per via della mole di cose da assimilare, se dovessi di nuovo scegliere, rifarei mille volte l’esperienza con loro. Ho imparato tanto non solo dal punto di vista di “strumenti” ma anche dal punto di vista metodologico: se non ci riesci prova e riprova e cerca e riprova. Per dire, da Aprile ad oggi ho imparato a stampare in 3D, scrivere in Python, usare ROS e relativi tool, Rosbridge, Rosserial etc., usare Docker, scrivere una WebApp in HTML, tirare su un server con nginx, usare bene Linux, nonostante io abbia sempre usato Windows e tante altre piccole cose che però hanno esteso tantissimo il set di strumenti che potrò usare nel lavoro o in quello che mi aspetta in futuro.
Grazie ancora a Ludovico e Gabriele, aka HBR, per l’opportunità che mi hanno dato di imparare cose nuove!